15. Investire in Oro: Un Rimedio Universale o Solo una Parte della Strategia?
di Andrea Stevani
9/15/20246 min read
Nel vasto e intricato panorama degli investimenti, l'oro ha sempre giocato un ruolo fondamentale, affermandosi come una delle risorse più preziose e sicure. Durante periodi di instabilità economica e incertezze sui mercati globali, il metallo prezioso ha dimostrato la sua capacità di mantenere il valore nel tempo. Storicamente, l'oro era il simbolo per eccellenza della ricchezza: rappresentava la base delle economie e veniva custodito da imperi e regni per garantirne la prosperità. Oltre a essere una risorsa economica, rifletteva anche potere politico e culturale.
Oggi, in un mondo dominato dalle tecnologie digitali e dai complessi mercati finanziari, le criptovalute, le azioni e altri asset intangibili sembrano aver assunto il ruolo di simbolo di successo economico. Tuttavia, l'oro continua a mantenere la sua importanza come "bene rifugio", particolarmente apprezzato nei momenti di crisi e incertezza. La sua capacità di proteggere il capitale dall'inflazione e dalla svalutazione delle valute lo rende ancora una scelta privilegiata per molti investitori a lungo termine.
Ma perché l'oro è ancora considerato così prezioso? Come si è evoluto il suo ruolo nel contesto degli investimenti moderni? E quali sono le strategie più efficaci per includerlo in un portafoglio diversificato?
Oggi approfondiremo questo metallo prezioso, carico di significato storico, ma con una funzione ben più pratica di quanto si possa immaginare.
La prima cosa da comprendere è quale ruolo l'oro ricopra in un portafoglio finanziario.
Parlare di "investire" in oro non è del tutto accurato, poiché, tecnicamente, l'oro non è un asset che genera valore autonomo. Il suo valore è piuttosto legato a ciò che il consenso globale gli attribuisce.
Da un punto di vista strettamente economico, l'oro non ha un valore intrinseco. Il suo costo è elevato perché è una risorsa scarsa e, per secoli, gli esseri umani gli hanno attribuito un valore intrinseco.
Non esiste, però, un motivo oggettivo per cui un'oncia d'oro debba valere circa 2.260 € oggi.
Nel contesto finanziario, l'oro non rappresenta tanto un vero e proprio investimento quanto una forma di speculazione.
Diversamente da altri asset, l'oro non produce valore. Se possiedo un immobile, posso affittarlo e generare un flusso di cassa. Se possiedo un'obbligazione, riceverò periodicamente delle cedole. Se acquisto un'azione, posso ricevere dividendi e beneficiare dell'aumento di valore dell'azienda nel tempo grazie alla sua crescita e ai suoi successi.
Con l'oro, invece, ciò che posso fare è acquistarlo a un certo prezzo e, se il mercato lo consente, rivenderlo a un prezzo maggiore. Si tratta di una pura speculazione.
Nonostante ciò, l'oro è considerato il miglior asset di protezione sia contro l'inflazione che contro i crolli dei mercati azionari.
Viene percepito come un bene rifugio, un asset di ultima istanza il cui valore resta relativamente stabile anche nei momenti più critici.
Ma come si comporta l'oro?
Generalmente, il suo valore tende a crescere durante periodi di alta inflazione, quando le azioni e le obbligazioni perdono valore a causa degli aumenti dei tassi di interesse e delle turbolenze economiche.
L'oro si apprezza soprattutto in tempi di tensione e incertezza.
Per comprendere meglio come si muovono i vari asset, vorrei mostrarti una tabella tratta dal sito di Gabriele Bellelli, un noto educatore finanziario italiano.
Questa tabella ci aiuta a valutare la correlazione tra diverse classi di asset.
La correlazione è un valore compreso tra -1 e +1. Se è negativa, significa che le due classi di asset si muovono in direzioni opposte: quando una cresce, l'altra diminuisce. Se la correlazione è intorno a 0, i due asset non sono correlati. Infine, se la correlazione è positiva, i due asset tendono a muoversi nella stessa direzione.
Nella tabella possiamo osservare cinque ETF con i relativi ticker, che coprono le principali classi di asset:
SHY: ETF che investe in titoli di stato americani a breve termine (1-3 anni).
TLT: ETF che investe in titoli di stato americani a lungo termine (oltre 20 anni).
SPY: ETF sull'S&P500, il mercato azionario americano.
GLD: ETF sull'oro.
IYR: ETF sul mercato immobiliare.
In un prossimo articolo, potremmo approfondire come costruire un portafoglio "pigro" che funzioni in ogni condizione di mercato. Per ora, è interessante notare come l'oro, rispetto allo SPY, presenti un valore di correlazione di 0,06, molto vicino allo zero, indicando che non è correlato al mercato azionario.
A questo punto potresti chiederti: se il valore dell’oro non è mai messo in discussione, protegge dall’inflazione e si apprezza nei periodi di tensione... perché non investire tutto in oro?
Anche se il ragionamento potrebbe sembrare logico, bisogna chiedersi perché il più grande investitore di tutti i tempi, Warren Buffet, lo eviti.
Per cominciare, diamo un’occhiata al rendimento storico dell’oro.
Ho preso in considerazione un ETC che segue l’andamento dell’oro. Gli ETC, per chiarire, sono strumenti simili agli ETF, ma replicano l’andamento di materie prime piuttosto che di azioni o obbligazioni.
Negli ultimi 40 anni, l’oro ha avuto un rendimento medio del 5,78%.
Non è affatto un cattivo risultato, e se restringiamo l’analisi al periodo 2000-2024, il rendimento sale all’8,91%.
Se confrontiamo un portafoglio interamente composto da oro con uno costituito da un ETF globale azionario come l’SWDA, il risultato favorirebbe l’oro.
Ad esempio, 10.000€ investiti nel 2000 in oro oggi avrebbero un valore di circa 74.352€, rispetto ai 37.051€ dello SWDA.
Tuttavia, se ampliamo l’analisi a un periodo di 10 anni precedente, la situazione cambia drasticamente. Un investimento di 10.000€ in oro avrebbe oggi un valore di circa 65.000€, mentre il portafoglio azionario raggiungerebbe ben 126.000€.
Allo stesso modo, durante il periodo 2000-2009, l’oro ha mostrato tutta la sua forza come bene rifugio nei momenti di maggiore turbolenza finanziaria.
Investendo 20.000€ all’inizio del 2000, nel 2009 l’oro avrebbe raggiunto circa 53.000€, rispetto ai 13.000€ del portafoglio azionario globale.
Alla luce di queste informazioni, possiamo trarre alcune conclusioni:
Avere una quota di oro nel proprio portafoglio può essere sensato. Come per tutti gli investimenti, è importante assegnare una proporzione coerente con la nostra strategia di asset allocation e rispettare i principi di diversificazione.
L’oro offre una funzione di stabilizzazione e decorrelazione rispetto al mercato azionario. Storicamente, quando le azioni crollano, l’oro tende a salire; mentre nel corso del tempo, quando le azioni si riprendono, il valore dell'oro può scendere. Questa ciclicità si ripete all’indomani di ogni crisi, con l'oro che sale quando i mercati azionari vacillano.
Per questo motivo, una certa quota di oro potrebbe aiutare a proteggere il valore degli investimenti durante le fasi di crisi, pur offrendo rendimenti inferiori rispetto al mercato azionario nel lungo termine. Almeno, questa è stata la tendenza negli ultimi cento anni, ma il futuro resta incerto.
È importante ricordare che l’oro, di per sé, non ha un valore intrinseco. Il suo prezzo dipende solo dal valore che noi gli attribuiamo. Questo è vero anche per le azioni, ma le aziende producono beni e servizi, possiedono risorse e conoscenze e hanno un impatto reale sulla vita delle persone. Le società nascono per crescere.
L’oro, invece, non genera flussi di cassa. Rimarrà sempre un bene speculativo. Finché gli investitori continueranno a considerarlo prezioso, il suo valore persisterà. Altrimenti, potrebbe perdere rilevanza.
Detto ciò, come si può investire in oro?
Esistono tre opzioni principali:
Possedere oggetti in oro (come gioielli), o acquistare lingotti per chi desidera detenere oro fisico.
Negoziare futures o contratti derivati basati sull'oro, una scelta più complessa che richiede esperienza.
Acquistare ETC che replicano l’andamento dell’oro fisico, la soluzione più comoda e liquida.
Quanto oro dovrei includere nel mio portafoglio?
Warren Buffet suggerisce lo 0%, ma gioca in una categoria a parte. (Nella parte 13 abbiamo visto come è composto il suo portafoglio).
Non esiste una quantità precisa. In generale, una percentuale tra il 5% e il 15% del portafoglio potrebbe essere sensata, senza esagerare su un unico asset.
Un altro aspetto importante riguarda il trattamento fiscale: a differenza degli ETF, gli ETC permettono di compensare le minusvalenze, consentendo di ridurre il carico fiscale in caso di perdite. Questa opportunità non è disponibile tra ETF e ETF.
Non entrerò nei dettagli, ma potremmo approfondire l'argomento in un prossimo articolo.
In definitiva, l’oro ha da sempre rappresentato una scelta affascinante per gli investitori, capace di offrire stabilità e protezione in periodi di incertezza economica. Tuttavia, è importante non vederlo come una panacea, ma piuttosto come una parte di una strategia di investimento più ampia e diversificata. Il suo valore non risiede tanto nella capacità di generare ricchezza, quanto nella funzione di "bene rifugio", un'ancora sicura in momenti di turbolenza.
Ogni investitore dovrebbe riflettere sulle proprie esigenze e sul livello di rischio che è disposto ad affrontare. L’oro può senza dubbio avere un posto in un portafoglio ben costruito, ma come per qualsiasi altro asset, deve essere bilanciato con attenzione, tenendo conto del contesto economico e delle prospettive a lungo termine.
Alla fine, la chiave per il successo non è puntare tutto su un unico cavallo, ma costruire un portafoglio che resista alle tempeste dei mercati e che possa crescere nel tempo. L’oro, se integrato con saggezza, può essere uno degli strumenti in grado di offrire questa stabilità.
Tuttavia, come sempre, la diversificazione resta il principio fondamentale per navigare con sicurezza il complesso mare degli investimenti.
A presto,
Andrea

