4. Esplorando le Asset Class: Fondamenti per un Investimento Informato

di Andrea Stevani

7/6/20249 min read

person wearing suit reading business newspaper
person wearing suit reading business newspaper

Nella Parte 3 abbiamo esplorato il potere dell'interesse composto e come rendimenti modesti possano trasformarsi in significativi guadagni nel lungo periodo. La cattiva notizia è che senza il lungo termine, i tuoi soldi non avranno un grande impatto. La buona notizia è che con un po' di pazienza e un approccio ponderato, i tuoi risparmi possono crescere notevolmente nel tempo.

Abbiamo spiegato il meccanismo: dobbiamo permettere ai nostri soldi di generare un rendimento periodico che si accumula col tempo.

Ma dove investire questi soldi?

Abbiamo menzionato che per un investitore privato non professionista, la soluzione migliore riguarda principalmente i fondi indicizzati e, in particolare, gli ETF.

Gli ETF sono un tipo specifico di fondo che replicano il rendimento degli asset sottostanti, ovvero, non hanno valore intrinseco ma riproducono fedelmente il valore degli asset che intendono replicare.

Prima di discutere degli ETF, è importante acquisire comprensione di alcuni concetti fondamentali per poterli valutare in maniera informata. Altrimenti, rischieremmo di non comprendere la loro composizione, il comportamento e le ragioni dietro le scelte di investimento.

In questo contesto, è cruciale comprendere le principali asset class in cui è possibile investire e, spoiler alert, perché nessuna di queste, se presa singolarmente, è ottimale per allocare i nostri soldi.

Che cos'è un asset?

Semplifichiamo: un asset è qualsiasi entità che ha un valore misurabile e riconosciuto all'interno di un mercato di riferimento.

Gli asset comprendono: denaro liquido, conti deposito, obbligazioni, azioni, materie prime, immobili e anche oggetti di lusso come orologi, quadri, vini, ecc.

In questo blog non affronteremo asset scambiati al di fuori di mercati regolamentati, salvo brevi eccezioni per crypto e immobili.

Quindi non troverai qui consigli su come arricchirti comprando e rivendendo oggetti di lusso come orologi o opere d'arte; tali settori richiedono competenze specifiche elevate, sono altamente volatili e personalmente non li comprendo abbastanza per investirci, come anticipato nella Parte 1, non andrei mai a consigliarti qualcosa che io in primis non abbia già fatto.

Procediamo con ordine, partendo dalla relazione fondamentale che ogni investitore deve comprendere quando valuta un investimento: la relazione tra rischio e rendimento.

Con poche eccezioni, il rendimento atteso di un investimento è direttamente proporzionale al rischio associato. Questa regola generalmente esemplifica la legge di base che guida gli investimenti e l'economia in generale.

Perché è cruciale questa relazione?

Semplicemente perché maggiore è il rischio percepito di un investimento, inteso come la possibilità di perdere il capitale investito, maggiore sarà il premio richiesto dall'investitore per allocare i propri fondi in quell'asset rispetto ad altri.

Un investimento a rischio zero che promette rendimenti è, per dirla chiaramente, una truffa.

So che, ora che hai capito che ti aspetta un rischio inevitabile, potresti essere scoraggiato dall'idea di investire. Tuttavia, il concetto di rischio è relativo, e ciò che conta veramente è la costruzione di strategie di investimento coerenti con i tuoi obiettivi personali e la tua propensione al rischio.

In questo blog, affronteremo solo investimenti che comportano un grado accettabile di rischio, evitando gli investimenti pericolosi e altamente speculativi che, pur promettendo alti ritorni, potrebbero esporti a significative perdite finanziarie, anche fino al 100% del capitale investito.

Esistono, a dir la verità, investimenti che possono farti perdere più di quanto hai investito. Questo meccanismo, basato sul concetto di leva finanziaria, ossia investire soldi presi in prestito, è stato una delle cause della crisi del 2008 negli Stati Uniti, portando alla più grave crisi economica in Occidente dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Ricapitolando: rischio e rendimento sono direttamente correlati.

Un altro concetto fondamentale è quello della liquidità.

La liquidità di un asset si riferisce alla sua capacità di essere scambiato o convertito in denaro nel mercato di riferimento. Più è facile convertire un asset in denaro, più liquido è.

La liquidità implica anche la possibilità di scambiare porzioni di un asset. Ad esempio, il denaro (specialmente quello in valuta forte come dollaro o euro) è per definizione l'asset più liquido al mondo, scambiabile ovunque per qualsiasi acquisto e frazionabile in qualsiasi importo. Al contrario, un immobile è un asset illiquido. Vendere una casa non è un'operazione rapida, richiede un pubblico limitato di potenziali acquirenti e non è facilmente frazionabile.

Pertanto, le asset class di cui discuteremo possono essere raggruppate in tre categorie:

  1. Liquidità elevata e basso rischio: denaro, conti deposito, obbligazioni con rating elevato.

  1. Liquidità elevata e rischio moderato: azioni, obbligazioni con rating inferiore.

  1. Illiquidità e rischio elevato: immobili.

Anche se comunemente si ritiene che investire in immobili sia sicuro, questa idea non è sempre vera. L'acquisto di immobili comporta rischi significativi, ma esploreremo questo aspetto più avanti.

Procediamo con ordine.

Il denaro nel tuo conto corrente è un'opzione di investimento.

Mantenere denaro nel conto corrente è una scelta di investimento, discutibile, ma comunque una scelta. Significa essenzialmente decidere di mantenere fermo il capitale, il che, come abbiamo già discusso nella Parte 2, è una scelta poco saggia.

Un'alternativa leggermente più remunerativa al conto corrente è il conto deposito. Il funzionamento è semplice: la banca vincola i tuoi fondi per un periodo prefissato (solitamente da 6 mesi a 5 anni) e in cambio offre un interesse annuo lordo, soggetto a imposte sul reddito.

Questo rendimento è influenzato dalla durata del vincolo (più lungo è il vincolo, maggiore è il rendimento) e dai tassi di interesse della Banca Centrale Europea (come spiegato, i tassi di interesse influenzano il costo del denaro e quindi il rendimento degli investimenti).

Storicamente, i conti deposito non hanno offerto rendimenti significativi, ma negli ultimi anni, grazie agli aumenti dei tassi per contrastare l'inflazione, alcune banche hanno proposto interessi annui lordi fino al 4% per i depositi vincolati a tre anni.

In questo caso, parliamo di interesse semplice, non composto.

Per una piccola parte del tuo portafoglio, soprattutto se devi riservare denaro per una spesa specifica in futuro, il conto deposito può essere una scelta ragionevole in questi tempi.

Passiamo ora alle obbligazioni.

Le obbligazioni sono un tipo di asset relativamente semplice da comprendere, ma è fondamentale capirne i meccanismi di base per prendere decisioni consapevoli sull'investimento.

Le obbligazioni rappresentano titoli di debito.

Quando acquisti un'obbligazione, stai semplicemente prestando denaro all'ente che l'emette per un periodo di tempo definito, con un interesse fissato all'inizio.

Chi emette le obbligazioni?

Solitamente stati e aziende.

Le obbligazioni emesse da stati sono le più note, come i BTP italiani: sono strumenti a medio e lungo termine attraverso i quali il nostro Paese finanzia il debito pubblico (vedi Parte 2).

Come funziona un'obbligazione?

L'emittente offre agli investitori sul mercato la possibilità di acquistare le proprie obbligazioni, con la promessa di restituire il capitale investito alla scadenza prefissata, più un interesse periodico chiamato cedola.

Ad esempio, un BTP decennale emesso dallo Stato italiano con un rendimento annuo lordo del 4% è un'obbligazione che garantisce all'investitore, dopo dieci anni, il ritorno del capitale investito più un interesse annuo del 4%.

Se ho investito 5.000€ in un BTP, dopo 10 anni riceverò 5.000€ più 2.000€ di interessi (200€ all'anno per 10 anni).

Qual è la differenza tra investire in un conto deposito e in un'obbligazione?

La differenza principale è che le obbligazioni sono negoziabili sui mercati finanziari, il che significa che in qualsiasi momento posso decidere di vendere i miei BTP o una parte di essi in borsa, mentre con il conto deposito i miei fondi sono bloccati fino alla scadenza del vincolo.

Il fatto che le obbligazioni siano liquide sui mercati è un grande vantaggio, ma è necessario considerare due fattori di rischio che possono influenzare il rendimento, secondo la regola generale: maggiore è il rischio, maggiore è il rendimento.

  • Il rischio dell'emittente: semplificando, è diverso prestare denaro alla Germania (rating AAA) rispetto all'Italia (rating BBB), o ancora peggio all'Argentina (rating sub-investment). È evidente che per prestar denaro alla Germania, uno stato solido con basso debito, richiederò un rendimento inferiore rispetto a quello richiesto per prestarlo all'Argentina, un paese con economia instabile e rischio di default.

Lo stesso principio si applica alle obbligazioni aziendali.

  • La duration: è la sensibilità delle obbligazioni alle future variazioni dei tassi di interesse, in base alla loro scadenza. In generale, preferisco prestare denaro per un periodo breve piuttosto che per uno lungo. Lo stesso concetto si applica alle obbligazioni. Più lunga è la scadenza dell'obbligazione, maggiore sarà il rendimento richiesto per compensare il rischio associato all'emittente nel corso del tempo.

Tuttavia, c'è un altro aspetto più tecnico da considerare.

Come abbiamo visto, a differenza dei conti deposito, possiamo vendere le nostre obbligazioni sul mercato.

Ma a quale prezzo posso venderle?

Le obbligazioni sono comunemente rimborsate al "pari" alla scadenza, ovvero l'emittente mi ripagherà il 100% del valore nominale dell'obbligazione.

Cosa succede se decido di venderle prima della scadenza?

Qui entra in gioco il concetto di tassi di interesse. Come abbiamo già discusso, i tassi di interesse decisi dalle banche centrali influenzano il costo del denaro. Allo stesso modo, influenzano anche il prezzo delle obbligazioni sul mercato.

Se ho acquistato un BTP con un rendimento del 3% e decido di venderlo prima della scadenza, devo considerare il tasso di interesse vigente in quel momento. Se i tassi di interesse sono diminuiti, verranno emessi nuovi BTP con rendimenti inferiori al 3%, il che significa che il mio BTP diventa più prezioso e posso venderlo a un prezzo superiore rispetto a quando l'ho acquistato. Viceversa, se i tassi di interesse sono aumentati, il mio BTP diventa meno appetibile sul mercato e devo offrire uno sconto per venderlo.

Tutto ciò avviene perché l'emittente ripagherà sempre le obbligazioni al "pari", oltre agli interessi concordati.

Ricorda: quando i tassi di interesse salgono, il valore delle obbligazioni scende e viceversa.

La duration, dunque, non determina solo il rischio dell'obbligazione in termini di possibilità di default dell'emittente nel corso del tempo, ma anche la sensibilità dell'obbligazione alle variazioni dei tassi di interesse, che influenzano il valore complessivo delle obbligazioni nel mio portafoglio.

Vediamo ora le azioni.

Se le obbligazioni sono finanziamenti erogati a imprese o governi, le azioni rappresentano effettivamente quote di partecipazione in società.

In pratica, quando si acquista una quota di una società, si diventa soci di essa. Si possiede una porzione, per quanto piccola, e si partecipa ad eventuali utili o perdite.

Le azioni delle società quotate sono negoziate sui mercati finanziari regolamentati, come le borse di Milano, Londra, il New York Stock Exchange, e altri.

Ma cosa motiva l'acquisto di azioni? Perché qualcuno decide di farlo?

A meno che non si stia facendo trading con l'intenzione di speculare sulle variazioni di prezzo, chi investe in azioni di solito lo fa perché crede nella crescita a lungo termine della società. Maggiore è il successo della società, maggiori saranno i suoi utili nel tempo e maggiori saranno i dividendi distribuiti agli azionisti.

Il valore di un'azione è determinato da cosa, esattamente?

Dipende dalle prospettive di guadagno future della società secondo il mercato. Se il mercato prevede che una società genererà profitti significativi, il prezzo delle sue azioni salirà, e viceversa.

Eviterò i dettagli tecnici, ma è importante sapere che gli investitori cercano società che ritengono sottovalutate, con un potenziale di crescita futura.

Ma come si fa a identificare le azioni in cui investire?

Nessuno lo sa. I gestori di fondi non lo sanno e nemmeno il genio della finanza, Warren Buffet, lo sa.

Quello che possiamo ragionevolmente aspettarci è che il mercato azionario crescerà nel lungo termine, come risultato dell'impegno competitivo delle società nel migliorare i loro prodotti e servizi per aumentare i profitti.

Il desiderio di successo è la garanzia che il mercato azionario, che riflette il valore delle società quotate, tenderà sempre a crescere.

Guardando la storia di qualsiasi indice di borsa come l'S&P 500, lo Stoxx 600, il Nikkei, noteremo che, nonostante le varie crisi, il valore complessivo dell'indice ha sempre registrato crescita nel corso dei decenni.

Possiamo aspettarci periodici crolli di mercato, crisi finanziarie, fallimenti di aziende apparentemente solide, ma non possiamo prevedere quando, come e chi.

Non sappiamo quali società guideranno la crescita economica nei prossimi anni. Al momento, Apple ha la più alta capitalizzazione di mercato al mondo, ma non possiamo sapere se sarà così fra dieci anni.

Ricorda: il mercato azionario tende sempre a crescere, mentre le performance delle singole società sono incerte.

Come possiamo quindi decidere dove investire?

Non ti dirò mai quali società specifiche scegliere, ma se hai compreso il concetto di mercato globale che tende a crescere, sei sulla buona strada.

Parliamo ora delle criptovalute.

Sono asset liquidi e molto rischiosi. Ne parleremo più avanti, così come delle materie prime.

Per ora, diciamo che le criptovalute sono un tipo particolare di valuta, non regolamentate dalle banche centrali, e gestite tramite una tecnologia chiamata blockchain. Il Bitcoin è la criptovaluta più conosciuta.

Investire in Bitcoin significa scambiare euro per questa criptovaluta, conservata in specifici Exchange o sotto forma di token, sperando che il suo valore cresca nel tempo.

Dire che il mercato del Bitcoin è volatile è un eufemismo.

Il suo valore è estremamente imprevedibile, negli anni il suo valore oscilla da 0$ a 60.000$, per poi scendere sotto i 20.000$, risalire a 30.000$, e chi sa cosa accadrà in futuro.

E per quanto riguarda gli immobili?

L'investimento immobiliare è spesso considerato sicuro. Ma è davvero così?

Ne parlerò la prossima settimana, spiegando perché questa convinzione, soprattutto diffusa in Italia, è discutibile.

In generale, si investe nel settore immobiliare in due modi:

  • Diretto: acquistando un immobile per viverci, rivenderlo a un prezzo superiore o metterlo a reddito tramite affitto.

  • Indiretto: tramite strumenti finanziari che generano rendite da investimenti immobiliari gestiti da società specializzate.

Abbiamo coperto diversi argomenti, ma sorge una domanda naturale:

In quale di questi asset dovremmo investire per sfruttare il potere dell'interesse composto di cui abbiamo parlato?

Nessuno di questi asset singolarmente. Ogni singolo investimento in questi asset (tranne i conti deposito) è una scommessa che confina con il gioco d'azzardo.

Vedremo come la diversificazione tra queste asset class, usando strumenti efficienti, sia la strategia chiave per la nostra pianificazione finanziaria.

A presto,

Andrea